SYNKRÒNOS (2000)

(per pianoforte, suoni di sintesi e live electronics)


Il pianoforte è uno strumento che difficilmente sfugge alla sua ineluttabile natura. Quando i martelli abbandonano il meccanismo che li sospinge non esiste nessuna possibilità di controllarne ulteriormente il movimento e il gioco è fatto... Una sola nota pesa come un macigno e fa riaffiorare immediatamente tutta quella gigantesca memoria musicale che vi è implicata. Anche le ingegnose virtuosissime artefazioni timbriche di Cage non hanno risolto problema...Sono stato sempre restio a scrivere una composizione che prevedesse il pianoforte in combinazione con i suoni elettronici proprio per la difficoltà di sottrarsi ai troppi vincoli che tale strumento pone. In questo brano ho deciso alla fine di non oppormi, ma ho cercato di assecondare la sua natura e di ampliare e magnificare alcune sue caratteristiche...

Il suono del pianoforte amplificato, i suoni elettronici registrati in studio e l’elaborazione digitale dal vivo sono gli elementi base di questa composizione. L’intero brano è costruito sull’articolazione dialettica di altrettanti piani espressivi. Nelle elaborazioni in studio e dal vivo, il materiale prodotto è derivato sempre dal suono acustico del pianoforte che, pur apparendo notevolmente trasfigurato, mantiene ancora molte delle caratteristiche timbriche originali.

Le due dimensioni che integrano quella del pianoforte solo, sono state pensate come processi di magnificazione delle qualità timbriche del suono originale e l’insieme è stato immaginato come una metafora pittorica di una “figura visibile e reale” (il pianoforte) e di “figure normalmente invisibili ma virtualmente esistenti” (i suoni prodotti in studio e l’elaborazione dal vivo). Queste ultime sono ottenute attraverso una ricomposizione sintetica del tempo che si rende possibile con la Sintesi Granulare, con la tecnica del Phase Vocoder e con una combinazione incrociata delle due. Dato l’elevato livello di trasformazione introdotto da tali tecniche, la scrittura della parte del pianoforte non prevede particolari “effetti” o “preparazioni” di sorta. La struttura del brano si articola in due macro-sezioni formalmente non separate, ma sensibilmente contrastanti: la prima vede il pianoforte come elemento gerarchicamente paritetico e “concertante” con il suono elettronico mentre nella seconda il suono di sintesi assorbe e integra gradualmente, ma inesorabilmente lo strumento stesso. Inoltre, le altezze nella prima sezione sono costituite da brevi frasi che privilegiano l’intervallo di seconda minore e che derivano tutte da una figurazione composta due arpeggi ascendenti. Nella seconda sezione (che si configura come una coda estesa) le altezze sono organizzate come “pattern” (sequenze cicliche) che l’esecutore interpreta con una certa libertà e che si inseriscono in un tessuto sonoro pre-elaborato costituito da un’elongazione temporale degli arpeggi originali e che vengono “catturate” ed espanse temporalmente e timbricamente dall’elaborazione del processore Kyma. In questa fase l’esecutore condiziona in modo del tutto estemporaneo l’intervento dell’elaborazione. In questa fase viene attivato un algoritmo che in base ad una soglia di ampiezza prefissata, innesca un processo di cattura del suono in un buffer quando il suono prodotto dal pianoforte raggiunge e supera tale soglia. Quando il buffer è pieno (circa 6 sec.) il materiale registrato viene sottoposta a granulazione. Questo brano è dedicato a mia figlia Elena.

Eugenio Giordani "Synkrònos"


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excerpt ( 2' : 13") piano: paolo marzocchi